L’abbazia di Sant’Ippolito, nella sua originaria conformazione, appartiene al VII e XI secolo, eretta dai monaci della regola di San Basilio, durante la dominazione normanna fu retta dai monaci dell’Ordine di San Benedetto. Composta da due ordini di costruzione in parte sovrapposti, era dotata di torre campanaria e di un’area sepolcrale esterna. La struttura prende posto tra Lago Grande e Lago Piccolo di Monticchio e rappresenta uno degli insediamenti benedettini più influenti della Basilicata. Assieme al complesso monastico di Sant’Ippolito, è presente nella zona un luogo di culto rupestre, la grotta dedicata a San Michele Arcangelo, rafforzando l’aura di raccoglimento religioso del sito. Il violento sisma che nella metà del XV secolo colpì duramente la Basilicata rovinò la struttura, che non poté essere ripristinata e venne lasciata in disuso.
Gli scavi operati hanno permesso di individuare buona parte del sito occupato dalla abbazia di Sant’Ippolito, che nella sua massima estensione avrebbe coperto quasi per intero l’istmo che separa i due specchi d’acqua che formano i Laghi di Monticchio. In tempi odierni è possibile visitare i ruderi dell’abbazia, che testimoniano la grandezza dei luoghi, ed immergersi in una atmosfera di profondo raccoglimento e contatto con la natura. I lavori di consolidamento hanno dato nuova vita alla torre campanaria e reso percorribili i locali di cui sono per lo più identificabili le adibizioni, per merito delle murature rimaste in piedi. E’ stata individuata, altresì, una seconda chiesa, formata da un unico ambiente interno, che termina con una parete absidata. Il sito conteneva, inoltre, un’area cimiteriale ricavata nella porzione del chiostro; le sepolture, per tipologia e per varietà di posizioni di inumazione, sono state fatte oggetto di studio.
Le acque fresche dei Laghi di Monticchio rendono la vegetazione che avvolge i ruderi dell’Abbazia di Sant’Ippolito particolarmente rigogliosa, cingendola in un’atmosfera di mistero e rigenerante spiritualità.