L’imponente fortezza che svetta sulla città antica di Riardo è una delle costruzioni che testimonia la secolare storia dei luoghi, nell’area dei Monti Trebulani. Il Castello di Riardo si erge sull’abitato originario del paese campano ed un tempo ne rappresentava la difesa principale. I documenti più risalenti portano a datare il forte almeno all’epoca di dominazione normanna, nonostante si ritenga che l’incastellamento sia riferibile ad un periodo precedente al XI secolo. Sotto la signoria longobarda, infatti, sul colle che ospita Riardo, sarebbe stata eretta una prima rocca per il controllo delle terre ai piedi dell’altura. Al variare delle necessità e delle tecnologie belliche, il castello venne modificato per rispondere ai bisogni, aggiungendo porzioni alle proprie volumetrie.
L’espansione dei locali del Castello di Riardo ed il loro aspetto, risultarono da opere che via via si facevano specchio delle correnti architettoniche del momento. In particolare, l’avvento svevo diede lustro alla struttura ed al borgo, comportando l’implementazione del sistema difensivo con l’aggiunta di torri e con il rifacimento delle mura. Queste, consolidate e rafforzate, furono portate ad un grado di resistenza tale da resistere agli assedi più gravosi dell’epoca. Il rinnovamento angioino donò buona parte dell’aspetto attuale, compresa la scarpa esterna alla cinta, la zoccolatura inclinata che creava distanza dalle macchine d’assedio.
La pianta del Castello di Riardo è articolata in un perimetro quadrangolare, dai lati non regolari, alle cui estremità svettano le torri, a sezione quadra e circolare. Il mastio, torrione principale della fortezza, è singolare nella sua organizzazione, con muri cavi nei quali è collocata una scala che permette il raggiungimento della parte alta. Tra XVIII e XIX secolo, dopo aver intrapreso la strada di residenza nobiliare, pur mantenendo parte dell’antica vocazione bellica, fu a lungo dimenticato, per rinascere in tempi recenti.
Il maniero che un tempo era posto a protezione del territorio di Capua, oggi è un importante riferimento storico del casertano, una traccia illustre della storia del Meridione.