Capitale italiana della cultura 2026, candidatura per Agnone

Capitale italiana della Cultura 2026, candidatura per Agnone. Agnone, città molisana e culla di storia, è tra le dieci realtà finaliste per il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura 2026.
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Capitale italiana della Cultura 2026, candidatura per Agnone.
Agnone, città molisana e culla di storia, è tra le dieci realtà finaliste per il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura 2026, mentre per la decisione finale l’attesa si fa più lunga, dovendosi attendere la data del 29 marzo. Mentre, infatti, per l’audizione era fissato il trascorso 4 marzo 2024, gli ultimi granelli della clessidra del mese segneranno la proclamazione della città che rappresenterà la Penisola.
Il Consiglio Regionale del Molise, in unanime decisione, ha dato il proprio benestare alla mozione che porta la firma dei consiglieri, approvando la candidatura di Agnone, città dell’isernino, in un clima di promozione delle tradizioni e della cultura del luogo. L’attaccamento molisano alle proprie radici è una delle prime percezioni che si vivono durante la visita dei borghi, dove l’interesse alla preservazione del patrimonio, materiale ed immateriale, è animato da uno spirito di giusta tenacia.

Capitale italiana della Cultura, il riconoscimento

Istituito nel 2014, il titolo di Capitale italiana della Cultura è un riconoscimento che ogni anno il Consiglio dei Ministri conferisce ad una città che abbia sottoposto la propria candidatura ed inviato il dossier relativo ad un progetto culturale di durata annuale, con indicazione dell’organico per portarne a termine gli obiettivi e la sua sostenibilità in termini finanziari.
Le prime città del Sud Italia a ricevere gli onori sono state Lecce e Cagliari (assieme a Perugia e Ravenna), nel 2015, ed Agrigento segue nel 2025 a Pesaro, capitale italiana della cultura del 2024.

Capitale italiana della Cultura 2026, candidatura per Agnone

Le candidature inoltrate per il 2026, ventisei e tutte di una spiccata competitività culturale, annoverano, oltre al borgo del Molise, luoghi del calibro di Alba, in provincia di Cuneo, L’Aquila, capoluogo abruzzese, la pugliese Lucera, l’emiliana Carpi e la laziale Gaeta. Quattordici, le regioni che hanno presentato una propria proposta.
La valorizzazione della cultura, del folklore, delle tradizioni delle città italiane, è una espressione della volontà di salvaguardare il patrimonio e trasmetterlo alle generazioni future, di respiro tanto nazionale, quanto europeo. In quest’ottica, il riconoscimento del titolo di Capitale italiana della Cultura è un importante passo per dar voce ai territori e per stimolarne la progettualità in una prospettiva di crescita e miglioramento.

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