Le delizie laziali sono molteplici, tutte degne di nota e rinomate anche al di fuori della regione; tra queste spicca senz’altro la Porchetta di Ariccia, dal sapore sempre distinguibile ed estasiante. La tradizione della bontà del paese dei Castelli Romani vanta una secolare tradizione, che ha accompagnato l’evoluzione dei costumi delle terre attorno a Roma. Ed è proprio nel periodo di massimo splendore della città che si fa risalire l’origine della pietanza, quando questa fu repubblica prima ed impero poi.
La diffusione della Porchetta di Ariccia e la sua conoscenza, si devono ad un florido periodo dei Colli Albani, il territorio dove è inserito il paese. Durante il Medioevo, difatti, le carni suine erano parte integrante della dieta; il loro largo uso portò ad una serie di varianti di preparazione, oggi in parte ancora in voga in alcuni centri d’Italia. I sapori contadini sono tra i più apprezzati della cucina italiana, la porchetta è tra quelle portate che meritano una particolare menzione. L’uso è quello di prediligere la carne di razza landrace, un capo di bestiame di sesso femminile, e di utilizzare una serie di condimenti ed aromi naturali. La lavorazione per alcune ore e la cottura a duecentoventi gradi, donano il peculiare sapore dato dall’unione tra carne di maiale e aglio, pepe nero, rosmarino.
La rilevanza della porchetta come prodotto tipico riconosciuto è risalente alla metà del Novecento, quando alcune iniziative hanno portato alla giusta fama il piatto laziale. La Sagra della Porchetta di Ariccia ed il marchio IGP (indicazione geografica protetta) fanno comprendere come oggi la croccantezza della sua crosta e la sua rosea carne, abbiano a pieno merito conquistato un posto tra i cibi più prelibati della Penisola.
Sebbene uno dei più noti modi di gustare la porchetta sia accompagnandola con un panino, gustata al piatto non sfigura e lascia intatti i sapori della tradizione laziale.