La Transiberiana d’Italia è una linea storica che ricalca l’originario tragitto che congiungeva Sulmona ed Isernia e che percorreva parte dell’Abruzzo e del Molise per circa centotrenta chilometri. Inaugurata nel 1897, la tratta completa si estendeva da Castellammare Adriatico, comune oggi inglobato nel territorio di Pescara, a Napoli, passando per Sulmona ed Isernia.
Alcuni anni dopo la sua ufficiale soppressione, la linea ferroviaria ha ripreso le sue corse con il patrocinio della Fondazione FS Italiane, che si occupa della conservazione del patrimonio culturale e storico delle Ferrovie dello Stato. Il nome della linea è quello di Ferrovia dei Parchi, poiché tocca i territori ricompresi nel Parco nazionale della Majella e del Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Tuttavia, è soprannominata Transiberiana d’Italia per via delle nevicate che ammantano il paesaggio di candida tinta nelle stagioni fredde, rimandando alla linea leggendaria che viaggia attraverso le terre dell’Europa dell’est e dell’Asia.
La denominazione alternativa si deve al giornalista Luciano Zeppegno, che nel 1980 ne parlò come di una piccola transiberiana, e pare più che mai consona con va visione che si staglia a perdita d’occhio, specie se in periodo di neve. Una delle tappe della traversata, che in tutto copre una distanza di circa centotrenta chilometri, è Campo di Giove, che accoglie con le sue avvolgenti atmosfere i viaggiatori e offre una sosta rigenerante. Il passaggio è lento e permette di osservare la natura montana dell’Abruzzo e quella pianeggiante del Molise, riscoprendo un legame che le dinamiche quotidiane minano costantemente.
All’interno delle storiche carrozze degli anni Venti e Trenta del Novecento si gode del paesaggio, mentre si attraversano anche le zone di Roccaraso, Rivisondoli e Castel di Sangro, oltrepassando anche i monti. Il binario, infatti, percorre molte porzioni di montagna in gallerie, vivendo l’esperienza di immergersi in una vitale porzione di Sud Italia.