Templari ad Acerenza. Le leggende che avvolgono i luoghi della Basilicata sono tante e variopinte, ma alcune riescono ad ammaliare più di altre, e ad Acerenza spiccano in questo senso.
E’ risaputo che epoca medievale il comune del potentino fosse tappa per il ristoro fisico e spirituale per i cavalieri diretti e di ritorno dalla Terra Santa al tempo delle Crociate. Ancora, si narra, il fondatore dell’Ordine dei Templari avrebbe avuto i natali non lontano dalla città cattedrale.
Sia questo vero o meno, e seppure le fonti riportino che Hugues de Payns sia nato in Francia, nessun dubbio riserva il passaggio dei cavalieri dell’Ordine ad Acerenza, testimoniato dall’influenza sull’architettura della città vecchia e della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio. Più affascinante risulta però la rivelazione circa il calice che Cristo utilizzò nell’ultima cena e che ne ospitò il sangue a seguito della crocifissione.
Nelle sue soste nel borgo lucano, infatti, è credenza che il primo templare abbia nascosto la reliquia più importante, il Sacro Graal. I fatti e le circostanze a sostegno di questo segreto “magnifico” (San Canio in gaelico significa magnifico sorvegliante), sono di buon numero e parte degli stessi davvero intriganti.
L’effige della testa barbuta presente nella cripta, che per altro verso si riferirebbe al volto di Vlad III di Romania, raffigurerebbe Baffometto, la Sacra Sindone che i cavalieri dell’Ordine adoravano. Inoltre, l’Arcivescovo di Acerenza Padre Andrea ebbe una posizione di preminenza nella predisposizione della sesta crociata nella prima metà del 1200 d.C.
Una ulteriore tessera del mosaico, la piazza ove è sorge la cattedrale è intitolata Glinni. In lingua gaelica glinni è il genitivo della declinazione della parola “glin” ed altrettanto gaelica è la leggenda del Sacro Graal. In ultimo, il restauro della chiesa e della cripta sottostante avvenuto nel 1524 d.C. è stato opera del conte Giacomo Alfonso Ferrillo, il quale si dice appartenesse all’Ordine dei Templari e che nel ripristino del luogo di culto ha murato una finestra principale.
Lì, è leggenda, riposerebbe il Sacro Graal.