Il Museo archeologico nazionale della Siritide è una realtà espositiva che raccoglie parte della storia della Basilicata e dell’omonima area. Il nome della zona discende dalla città di Siris, esistita tra VIII e VI secolo a.C. Collocato all’interno del sito archeologico di Heraclea, è una delle attrazioni culturali più interessanti di Policoro e della regione. E’ suddiviso in sezioni, cresciute e riorganizzate nel tempo rispetto al 1969, anno in cui il museo venne istituito. All’interno della struttura prendono posto i rinvenimenti di alcune città magnogreche e villaggi situati nell’hinterland materano. Siris, una delle città più rappresentative della Magna Grecia, rivive la propria esistenza attraverso la mostra permanente delle statue ex-voto e dei corredi ritrovati nelle tumulazioni. Questi, composti da articoli in ceramica, decorati e recuperati dai santuari, risalgono al VII secolo a.C.
Herakleia si apprezza nella ricchezza di opere, tra statuette e monili, prodotti a partire dal VI secolo a.C.; sono visibili, inoltre, affascinanti vasi dalle figure dipinte di rosso. La città prosperò tra V e III secolo a.C., e fu teatro della battaglia storica tra Pirro e i Romani, combattuta nel 280 a.C. La testimonianza più importante è la Tomba del pittore di Policoro, scoperta nei primi anni del 1960. All’interno della sepoltura sono stati ritrovati suppellettili dipinte dall’artista protolucano, recanti scene tratte dalla mitologia.
Altre sale del Museo archeologico nazionale della Siritide sono dedicate alla civiltà degli Enotri, di cui sono presenti dei secoli VI e V a.C. e dei Lucani. In una sorta di racconto, si assapora l’influenza greca negli articoli in mostra. Della popolazione italica da cui deriva la regione geografica della Lucania, si può osservare il vasellame.