Festa dell’Uva di Riccia, tra storia e tradizione. La seconda domenica di settembre rappresenta un appuntamento che, tanto in Molise quanto nelle regioni confinanti, ha una risonanza tale da rendere la Festa dell’Uva di Riccia un evento di primo piano. L’impegno profuso nell’organizzare ogni anno – e si è giunti già al novantaduesimo anno – uno spettacolo sempre più coinvolgente, è ripagato da un’affluenza che puntualmente fa registrare risultati lusinghieri.
Festa dell’Uva di Riccia
La Festa dell’Uva di Riccia ha origine durante la prima metà del Novecento, la sua prima edizione risale al 1932 e da allora ha conosciuto alti e bassi, tornando negli ultimi decenni alla ribalta sull’onda della riscoperta della tradizione popolare. Il 1930 fu l’anno in cui, su impulso dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, Benito Mussolini, venne istituita la Giornata dell’Uva.
Il contesto storico vedeva una forte flessione dell’interesse produttivo nel settore vitivinicolo, dettato dalla produzione, di uva da tavola e da vino, sovrabbondante rispetto ai consumi. La politica fascista, dichiaratamente contraria all’assunzione di bevande alcoliche, non era che un tassello che componeva la difficile condizione del settore.
La Giornata dell’Uva
La Giornata dell’Uva, presto rinominata Festa dell’Uva, aveva come scopo quello di ridare slancio al consumo del frutto e del vino. Nonostante di base il Partito Nazionale Fascista fosse contrario agli alcolici, la produzione vinicola era (ed è) una componente rilevante sul piano economico; si dovette, dunque, cercare una soluzione di mezzo.
Il vino, quindi, fu indicato come bevanda che poteva costituire un buon ausilio per il progresso della razza. La produzione e la commercializzazione, specie all’estero, venne incentivata per il tramite di agevolazioni fiscali.
Festa e tradizione
La Festa dell’Uva, essendone prevista l’organizzazione nei principali centri, specie con produzione locale d’uva, conobbe una capillare espansione ed un’apprezzabile partecipazione. A Riccia, il festeggiamento prosegue sino alle avvisaglie del secondo conflitto mondiale, che ne stoppa l’organizzazione.
Superato un momento di appannamento durante la ricostruzione nel dopoguerra, la Festa dell’Uva di Riccia torna a vestirsi di positività e a rendersi un appuntamento imperdibile. A partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo, il fascino dei carri cresce e le realizzazioni si fanno più accurate. Gli acini d’uva diventano visivamente protagonisti, ricoprendo porzioni dei carri, che nel tempo acquisiscono movimenti e che sempre più rispecchiano la tradizione, pur con sguardo rivolto al futuro.
Festa dell’Uva di Riccia, tra storia e tradizione – Novantaduesima edizione
2024. Il novantaduesimo anno della Festa dell’Uva di Riccia è ancor oggi parte della storia del paese molisano e le genti giungono dai borghi della regione e di quelle prossime, creando un’atmosfera accogliente e vitale. Le vivaci scorribande dei gruppi danzanti, abbigliati con abiti tipici, stimola un felice moto a ritmo, colorando le vie del corso dei carri.
I tempi odierni portano una ventata di modernità, così i carri stessi si fanno più sofisticati, ma senza perdere quel gusto (e mai parola potrebbe essere più calzante) tradizionale che rende speciale la Festa dell’Uva di Riccia.
Giovani e adulti si esibiscono in canzoni della tradizione, melodie eseguite con strumenti popolari e strofe che inneggiano al divertimento cantate in vernacolo. I vicoli si colorano, al passaggio dei carri vengono distribuiti vino e delizie del luogo, mentre negli stand è possibile pranzare in attesa della sfilata. Musica e folklore donano svago e serenità, le diverse generazioni si incontrano per portare avanti una tradizione permeata di valori autentici e di semplicità, realizzando i carri e sfilando con abiti del passato, rendendo unica la Festa dell’Uva di Riccia.
Sito ufficiale della Festa dell’Uva di Riccia, QUI
Un po’ di storia raccontata direttamente da loro, QUI
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