Il castello normanno svevo di Deliceto, che risalirebbe nella struttura originaria ad un fortilizio eretto dai Longobardi nel secolo IX, ne prese il posto durante la successiva dominazione dei Normanni, che ne ampliarono le forme. Situato in cima al colle che ospita Deliceto, difendeva l’abitato antico e le valli dei torrenti Fontana e Gavitello, sulle quali si affaccia. Alcune importanti opere di trasformazione del maniero appartengono al periodo di presenza angioina, quando Carlo I d'Angiò commissionò il suo ripristino e con esso sensibili mutamenti. Le scorribande saracene, infatti, mostrarono i loro effetti sulle terre e sulle architetture dell’hinterland del Sud Italia. L’intervento arrivò finanche a cambiare la pianta del forte, passando da una forma triangolare a quella trapezoidale, con l’aggiunta di un lato; internamente alle mura, i locali abitativi furono implementati, con un ulteriore fabbricato adiacente al mastio.
Le fattezze attuali sono frutto dei rimaneggiamenti che nel corso dei secoli sono stati operati, oggi il maniero si offre alla vista del viaggiatore nella veste del periodo di signoria dei d’Aragona, votata alla residenza nobiliare, caratterizzato da una particolare pianta trapezoidale ai cui vertici si pongono le torri difensive, e contraddistinto dalla notevole cura della pavimentazione del cortile interno alle mura. I mattoni sono, infatti, posati tra loro a spina di pesce. Il magnifico mastio ha una sezione che si restringe, a tronco di prisma quadrangolare, e si erge centralmente; come il resto della struttura, dopo anni di utilizzi vari tra loro, come impianto carcerario e perfino come deposito annonario, nella metà del secolo scorso è stato oggetto di iniziali lavori di recupero, che hanno ridato il giusto splendore al castello del paese pugliese.
Il panorama è immenso, si staglia sulle meraviglie naturalistiche pugliesi, sull’area montana della Daunia e sul tessuto urbano di Deliceto, che si estende al di sotto del castello normanno svevo.