Montepulciano d’Abruzzo, storie di vini. L’incipit di un romanzo potrebbe essere questo: “Cosa bevete? – chiese il cameriere. Credo che del buon vino vada bene, fece eco lei. Qualcosa che delizi il palato, che lo ristori in questa fredda serata invernale – pensò lui. Ma non fu tempestivo nella risposta quanto il cameriere, che sottopose la sua proposta più congrua. Il nostro Montepulciano d’Abruzzo non teme rivali, esordì, con una punta di orgoglio. Ebbene, che Montepulciano sia, concluse lui, stavolta ben più presente.”.
Alcuni vini sono legati a ricordi sensoriali e finiscono per identificare i sapori dei luoghi con i quali si è stabilito un legame. Quanto all’inizio del romanzo, mi riservo di verificare se qualcosa del genere sia stata già scritta. In mancanza, si può sempre iniziare a scrivere.
Montepulciano d’Abruzzo
L’Abruzzo è una terra dai sapori che stregano, che arrivano a scaldare il cuore e che caratterizzano una delle regioni dalla storicità maggiormente generosa. Il vitigno autoctono da cui si produce il Montepulciano d’Abruzzo nasce nelle aree collinari tra teatino, pescarese, teramano e aquilano, non disdegnando le zone pedemontane. Una delle caratteristiche della vite abruzzese, infatti, è quella dell’adattabilità delle sue piante. Robuste, vigorose, sanno trovar vita in diverse tipologie di terreno, con particolare favore in quelli a base calcarea ed argillosa. Il colore è intenso, rosso rubino con nuances che possono tendere al viola in gioventù, ma che con l’invecchiamento virano ai toni granata.
I profumi
La maturazione costante spiega la fragranza complessa, a seconda della stessa si godono note di prugna o di ciliegia, a loro volta influenzati dall’invecchiamento. Si, perché il Montepulciano d’Abruzzo sa invecchiare bene. I tannini di questo vino contribuiscono a strutturarne sapore e dare longevità al prodotto vitivinicolo. L’odore è si connota di sfumature di spezie, come pepe nero, cannella e chiodi di garofano. Sempre l’invecchiamento provvede ad affinare profumi floreali od a render più articolati i sentori, che raggiungono note di tabacco e liquirizia.
I sapori
Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino secco, dalla buona struttura e dal robusto corpo. Ha carattere, senza dubbio, ma risulta bilanciato nelle sue componenti alcolemica, dei tannini e dell’acidità. Persistente, lascia una boccata gradevole, e nonostante la gradazione alcolica che si percepisce distintamente, in quantità adeguate non disturba. Tanto, pur se si ingurgita il sorso in più della serata.
Il vitigno
I terreni, già si è accennato, dove prospera il vitigno, sono quelli di natura calcarea o d’argilla, capaci di un apprezzabile drenaggio, senza sacrificare una discreta ritenzione delle acque. Un dettaglio non di poco momento è la piantumazione in contesti ben areati, contraddistinti da una ventilazione naturale ottimale. Pur in costanza di estati calde, difatti, le brezze ne mitigano le temperature. Ciò consente la migliore e lenta maturazione degli acini, ricchi di proprietà. La buccia, di resistente spessore, conserva in sé una corposa dose di polifenoli, antiossidanti ed antinfiammatori. Ancora, ad essa è legata la presenza di antociani, pigmenti che definiscono la colorazione del Montepulciano d’Abruzzo. I territori in collina e sino alle pendici dei monti, accolgono favorevolmente la posa di vitigni di Montepulciano. In particolare, se esposti a venti non troppo violenti ma che agevolino la crescita dell’uva, decresce la probabilità di malattie di natura fungina. Parimenti, la tolleranza alle afflizioni crittogamiche è mediamente alta.
Il fogliame è mediamente rigoglioso, così come media ne è la taglia, e coperto da una leggera peluria. La forma è armoniosa, le foglie della vite abruzzese sono trilobate o pentalobate.
Il grappolo, poi, è ben assortito, si presenta come un nutrito cono, quando non cilindrico nella disposizione degli acini.
Gli abbinamenti del Montepulciano d’Abruzzo
Preparazioni regionali e non solo, il campo d’azione del vino abruzzese è vasto. Pensare che tutto si attesti sul – pur rodato – binomio arrosticini-Montepulciano è riduttivo. Al di là delle carni, i pecorini sanno regalare grandi emozioni. Come ho avuto ampiamente modo di sperimentare, esalta la sapidità e la ricchezza aromatica dei formaggi stagionati, così come per i salumi. I sughi sono bene accompagnati, le preparazioni complesse sono alla portata (è appena il caso di cennare) del vino. A chiusura, gli abbinamenti possibili con il Montepulciano d’Abruzzo, che spaziano dalle paste, anche ripiene, a carni e formaggi, ne fanno un partner ideale per una cena variegata. Ancor più diffusamente, la bevanda si fa portavoce di una tradizione secolare, compagna delle tavolate italiane e distintiva dell’identità dell’Abruzzo. La giovialità delle genti di una regione a cavallo tra Centro e Meridione, una terra che unisce le fascinose coste dell’Adriatico alle aspre vette del Gran Sasso d’Italia e della Maiella, sapori e costumi di antica memoria, un luogo che sa guardare al futuro senza dimenticare il suo passato.
Il vino Montepulciano d’Abruzzo DOC
La salvaguardia delle tradizioni è un argomento di assoluta attualità, che non manca di creare dibattiti. L’illustre produzione vitivinicola abruzzese, vanto della Penisola, è stata insignita della certificazione enologica “denominazione di origine controllata” (DOC); nota positiva, dunque, l’istituzione nel 1968, appena pochi anni dopo l’adozione della sigla. La serie di prescrizioni e previsioni normative succedutesi ha alzato l’asticella in tema di tutela e vigilanza, sotto la guida del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo.
Vino Montepulciano d’Abruzzo – Diario di Viaggio
“Calcare le terre abruzzesi è ogni volta un’amena riscoperta. Alla sera, carico di fotografie da visionare, trovo conforto in un calice di Montepulciano d’Abruzzo, che allieta i sensi e schiarisce i pensieri. Questa volta, nei territori di Pescara e del teramano, oltre che per gli scatti di Secret Village, per chiudere un progetto fotografico, anche con rullini al seguito! Giornate brevi che si avviano alla conclusione permeate delle note fruttate del prodotto dell’amato vitigno autoctono, brindano ai nuovi orizzonti. I primi caldi di giugno lasciano amabilmente rilassati, quando le serate si rinfrescano e si ricapitola il lavoro svolto mentre le pietanze annegano (moderatamente) nel vino.
I formaggi del luogo, caprini dal gusto ammaliatore, fanno da spalla alle carni ed al Montepulciano d’Abruzzo, sempre compagno delle trasferte in Centro e Sud Italia.”. Vedi il post.
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Foto: Michele Di Mauro Fotografia

Foto: Michele Di Mauro Fotografia

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