Borgo medievale abbandonato di Rione Fossi, Accadia di Ieri. I Monti della Daunia accolgono alcuni dei più importanti pezzi della storia del foggiano. Rione Fossi rappresenta l’essenza antica di Accadia, il suo abitato più risalente e strutturato come una cascata di abitazioni. Le strutture sono situate nella parte alta del colle, oggi senza vita, ma che conserva un fascino storico immutato nel tempo. I primi insediamenti nell’area si attestano sin dalla Preistoria, mentre già nel periodo preromano si documenta una presenza stanziale dell’uomo, organizzata in un primitivo centro urbano, evolutosi col passare degli anni. Proprio durante la dominazione di Roma, il paese si amplia e la crescita demografica porta alla costituzione di un tessuto urbano.
La prosperità si interrompe nella prima metà del Novecento, quando il terremoto dell’Irpinia e del Vulture ebbe la meglio sui fabbricati medievali del centro pugliese (al tempo, campano) e devastando buona parte dei territori del Meridione, tra le province di Avellino, Benevento, Foggia, Matera e Potenza.
Si direbbe un borgo fantasma, parzialmente visitabile, che fu campano per molto tempo e pugliese solo per pochi anni, soccombendo al sisma del 1930, che ne minò il nucleo originario a soli tre anni dal ricollocamento territoriale nella provincia di Foggia. L’esistenza di Rione Fossi si arresta e gli abitanti optano per stabilirsi nel nucleo più a valle, lasciandosi alle spalle parte del proprio passato. Gli edifici sono in gran parte semidistrutti, mentre una porzione del paese è stata ripristinata e le case ristrutturate, ma senza che la vita sia tornata effettivamente nel borgo.
Rione Fossi, il cui tempo si è cristallizzato da quasi un secolo, guarda alle terre di Puglia al confine con la Campania e fino alla Lucania. Il panorama è immersivo, le sinuose forme del nord della Puglia si compongono di brillanti colori a seconda della stagione.
